Quando si prova a cambiare l’auto, richiedendo un finanziamento in concessionaria, oppure quando si cerca di aiutare un figlio ad acquistare la prima casa accendendo un mutuo.
Tutto sembra a portata di mano, finché non arriva un “no” secco dalla banca.
È allora che si inizia a indagare e si scopre la causa: una segnalazione nella lista dei “cattivi pagatori”. Non si tratta solo di un dettaglio tecnico, ma di una condizione concreta, capace di bloccare opportunità importanti e interferire con le scelte di vita quotidiane.
Ma quanto dura davvero una segnalazione al CRIF? Si può fare qualcosa per anticiparne la cancellazione? E, soprattutto, quali sono gli errori da evitare per non peggiorare ulteriormente la propria situazione?
Qui parleremo delle conseguenze concrete della segnalazione e delle strategie più sicure per uscirne. Lo faremo sotto la guida di Gianmario Bertollo, uno dei massimi esperti in tema di sovraindebitamento, che dal 2016 supporta centinaia di famiglie italiane con un approccio legale e sostenibile.
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Come funziona la segnalazione al CRIF e cosa prevede: ecco le conseguenze
Attenzione, perché essere segnalati al CRIF in realtà non è cosa rara, né un fatto che riguarda solo chi ha accumulato gravi debiti. La prima segnalazione negativa al CRIF può avvenire anche dopo una sola rata non pagata. Serve che la banca invii al cliente una comunicazione preventiva di preavviso (obbligatoria ai sensi dell’art. 125 TUB e Codice deontologico SIC); se saranno trascorsi 15 giorni dalla comunicazione senza che il cliente rientri allora possono segnalare anche dalla prima rata.
Da quel momento in poi ottenere un mutuo, un prestito personale o persino un finanziamento per comprare un elettrodomestico potrebbe diventare più difficile.
Le banche infatti consultano regolarmente i dati registrati dal CRIF per valutare l’affidabilità finanziaria di chi fa richiesta di finanziamento.
Va poi chiarito un altro punto: essere presenti nel sistema CRIF non significa automaticamente essere considerati cattivi pagatori. Il proprio nome può comparire anche in fase di istruttoria di un nuovo finanziamento o durante gli aggiornamenti periodici delle proprie informazioni.
Il vero problema nasce quando vengono registrati ritardi o mancati pagamenti. È in questi casi che la segnalazione diventa pesante e limita concretamente l’accesso al credito, compromettendo progetti, scelte e libertà economiche future.
Quanto dura la segnalazione al CRIF e come intervenire: cosa fare e cosa evitare
Quando ci si chiede quanto duri una segnalazione al CRIF, non esiste una risposta unica: tutto dipende dal tipo di informazione registrata e dalla situazione del debitore.
Ma un primo punto fermo esiste, ed è facilmente accessibile: sul sito ufficiale del CRIF è disponibile una tabella aggiornata con i tempi di conservazione previsti per ciascun caso. Uno strumento utile per iniziare a orientarsi e capire cosa aspettarsi.
Il passo successivo? Verificare se si è stati davvero segnalati. È un’operazione semplice e gratuita, che ogni cittadino può fare in autonomia direttamente dal portale del CRIF.
Ogni cittadino ha diritto ad accedere gratuitamente una volta all’anno ai propri dati registrati nei SIC, tramite richiesta formale sul portale CRIF (Eurisc), come previsto dalla normativa sulla privacy. Un controllo che diventa fondamentale se si sospetta un rifiuto da parte di una banca o si stanno affrontando difficoltà economiche.
Ma è proprio in questi momenti di incertezza che si rischia di commettere errori che possono pesare ulteriormente sulla propria situazione economica. Cercare scorciatoie online, affidarsi a consigli generici o, ancora peggio, cedere a chi promette soluzioni miracolose e cancellazioni immediate con metodi non trasparenti: tutto questo porta solo a perdere ulteriore tempo e denaro.
La segnalazione al CRIF non è un problema da affrontare da soli. Serve una strategia costruita su misura, che parta da una valutazione seria del proprio quadro debitorio. Ed è qui che entra in gioco chi, da anni, affianca le persone in difficoltà con strumenti legali e concreti.
Seguire sempre i consigli degli esperti: ecco cosa dice Gianmario Bertollo
Quando si è alle prese con una segnalazione al CRIF, è naturale desiderare di cancellarla al più presto. Ma limitarsi a questo obiettivo, per quanto comprensibile, non basta a risolvere davvero il problema alla radice.
In molti casi, quella segnalazione non è che un campanello d’allarme, un sintomo visibile di qualcosa di più profondo, che potrebbe essere una condizione di sovraindebitamento. Se non si affronta la causa alla radice, il rischio è quello di entrare in un circolo vizioso: nuovi debiti, nuovi ritardi, nuove segnalazioni.
Ecco perché, in queste situazioni, non servono scorciatoie, ma una strategia concreta, legale e sostenibile. È qui che entra in gioco uno strumento spesso poco conosciuto ma fondamentale: la Legge 3/2012, le cui procedure oggi sono integrate nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Una norma pensata proprio per chi si trova sommerso dai debiti, che consente di ristrutturare le proprie posizioni pagando solo quanto umanamente sostenibile.
Ad applicarla e a guidare con serietà chi affronta questo percorso è Gianmario Bertollo, uno dei massimi esperti italiani in materia di sovraindebitamento. Nel 2016 ha fondato Legge3.it, una realtà che riunisce oltre 60 professionisti del sovraindebitamento, attivi su tutto il territorio nazionale. Negli anni ha già aiutato più di 430 famiglie italiane a rimettersi in piedi, grazie a un metodo chiaro, trasparente e che non lascia nulla al caso.
Ogni situazione debitoria viene infatti valutata con attenzione, senza facili promesse.
Se non ci sono reali possibilità di successo, l’iter con il tribunale non viene nemmeno avviato. Ma se il percorso viene avviato, è perché ci sono ottime ragioni per credere che il giudice lo approverà; ecco perché ogni cliente può contare su una garanzia “soddisfatti o rimborsati”, unica nel settore.
Se sospetti che la tua segnalazione al CRIF non sia un episodio isolato, ma il sintomo di un problema più profondo, non aspettare che la situazione peggiori.
Leggi l’approfondimento dedicato sul sito di Gianmario Bertollo: scoprirai di più su quanto dura la segnalazione al CRIF e cosa puoi fare concretamente per ristrutturare la tua situazione debitoria.