Il covid frena le polizze in un anno da dimenticare

Secondo i dati dell’Ania il settore assicurativo in Italia ha raccolto nel 2020 premi per oltre 150 miliardi, in calo del 5% rispetto all’anno precedente

Secondo i dati dell’Ania il settore assicurativo in Italia ha raccolto nel 2020 premi per oltre 150 miliardi, in calo del 5% rispetto all’anno precedente (113 miliardi nel ramo vita, in riduzione del 5,8% e 38 miliardi nel danni, in diminuzione del 2,3%)

Era ampiamente prevedibile. Ora, lo certificano anche i numeri. Quelli di Ania, che mostrano come la pandemia dilagata in Italia nei primi mesi del 2020 e non ancora superata abbia colpito anche il comparto assicurativo. Nel 2020, certifica l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, la raccolta premi si è ridotta fortemente durante i mesi di lockdown (da marzo a maggio), per poi recuperare gradualmente nella seconda metà dell’anno, ma chiudendo comqìunque con il segno meno.

Con riferimento alle imprese di assicurazione nazionali e alle rappresentanze per l’Italia di imprese extra-europee nel 2020 la raccolta premi complessiva, pari a quasi 135 miliardi. ha registrato un calo dei premi del 3,9% rispetto al 2019. La contrazione è conseguenza degli andamenti negativi provenienti da entrambi i macro-comparti: alla riduzione del volume premi nel settore vita (-4,4%) si è aggiunta, infatti, la diminuzione della raccolta premi del settore danni (-2,3%).

L’andamento dei premi contabilizzati nel corso del 2020 ha riflesso inevitabilmente le conseguenze che gli sviluppi drammatici della pandemia hanno avuto anche in Italia.

Nella prima fase di lockdown, rigido e totale iniziato a marzo e durato fino a maggio, spiega l’Ania, si è verificata una brusca e repentina contrazione dei premi, sia per le difficoltà oggettive che avevano le persone a muoversi per poter raggiungere, ad esempio, le sedi agenziali sia perché le procedure di accesso nei luoghi pubblici (solo su appuntamento e con regole rigide di entrata) scoraggiavano la clientela ad assicurarsi. In particolare, nel periodo di lockdown la diminuzione dei premi contabilizzati vita è stata di quasi il 40% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre per il settore danni la riduzione è stata di circa il 10%. Nel secondo semestre dell’anno, che ha seguito la fase del lockdown, i risultati dei due settori sono progressivamente migliorati, pur con dinamiche differenti: se da un lato, infatti, il settore danni ha ridotto la decrescita a circa l’1% confrontandolo con il secondo semestre del 2019, condizionato soprattutto dal calo dei premi del ramo Rc auto (-4,6%), il settore vita ha mostrato nello stesso periodo un’inversione di tendenza più netta registrando una crescita di quasi il 2%. Questi miglioramenti, rilevati nella seconda metà dell’anno, non sono però riusciti a controbilanciare completamente la drastica perdita di raccolta premi che si era registrata almeno fino a fine maggio.

Resta confermato il ruolo centrale delle polizze vita nel risparmio degli italiani: sulla base dei dati trimestrali della Banca d’Italia, è possibile stimare che alla fine di settembre 2020, queste rappresentassero circa il 19% sullo stock totale di attività finanziarie delle famiglie italiane, mentre l’incidenza dei premi (vita e danni) sul Pil a fine 2020 è lievemente aumentata, attestandosi all’8,2% dal 7,8% del 2019.

Anche le rappresentanze di imprese europee che operano in Italia in regime di stabilimento hanno registrato una diminuzione dei premi contabilizzati più marcata (-13,9%) di quella registrata dalle imprese nazionali, per un volume di circa 7,5 miliardi. Questo è stato l’effetto di una riduzione dei premi nel settore danni (-2,9%, 4,5 miliardi) e di un forte calo dei premi nel settore vita (-26,2%, 3,0 miliardi). Le rappresentanze di imprese europee hanno inciso per circa il 5%. Le imprese che operano in libera prestazione di servizi (Lps), che fanno parte di gruppi assicurativi Ivass e che hanno aderito alla rilevazione (la quasi totalità), hanno contabilizzato circa 9 miliardi di premi (esclusivamente nel business vita e relativi a solo polizze linked), registrando una diminuzione di circa il 12% rispetto al 2019, lievemente inferiore a quella delle rappresentanze europee. Le rappresentanze di imprese in Lps hanno inciso per circa il 6%.

Nella sua totalità, considerando cioè tutte le sedi delle imprese (nazionali ed estere) ed entrambi i comparti (vita e danni), il settore assicurativo in Italia ha raccolto nel 2020 premi per oltre 150 miliardi, in calo del 5% rispetto al 2019 (113 miliardi nel vita, in riduzione del 5,8%, e 38 miliardi nel danni, in diminuzione del 2,3%).

Rami Vita

Per quanto riguarda le sole imprese nazionali e le rappresentanze di imprese extra-europee, la raccolta premi nei rami vita ha appena superato i 100 miliardi, in diminuzione del 4,4% rispetto all’anno precedente, quando la raccolta premi era invece aumentata di quasi il 4%.

Gli effetti della pandemia sul business vita, in particolare durante il periodo di lockdown totale, sono evidenti dalle stime dei dati mensili dei premi contabilizzati che mostrano come, dopo un primo bimestre complessivamente positivo del 2020, a marzo, aprile e maggio si sia registrato uno shock negativo nella produzione a cui non si era mai assistito e che ha portato i premi a contrarsi di quasi il 40%; solo a partire da giugno vi è stato un parziale riequilibro e riassorbimento dello shock e i premi sono tornati progressivamente ai livelli del 2019. Questo ritorno della raccolta ai livelli pre-pandemia non è stato comunque sufficiente a compensare le forti riduzioni dei mesi di lockdown.

Un’analisi del business vita per ramo di attività dimostra come l’impatto negativo della crisi pandemica si sia concentrato prevalentemente nelle polizze di tipo tradizionale, a vantaggio delle polizze linked, favorite da tassi di interesse particolarmente bassi e ancora in una fase discendente. L’incidenza della raccolta vita sul Pil è stata pari al 6,2%.

In particolare, i premi contabilizzati nel ramo I – vita umana hanno registrato a fine anno una diminuzione del 9,5%, mentre a fine giugno il calo era molto più evidente e pari a quasi -17%; il volume premi di questo settore è stato pari a 66 miliardi (65% del totale vita). Anche i premi di ramo V – capitalizzazione hanno subìto gli effetti avversi della crisi e il volume su base annua (pari ad appena 2 miliardi, 2% del totale vita) si è ridotto del 24%. In controtendenza, invece, l’andamento dei premi del ramo III – polizze linked il cui volume, pari a quasi 30 miliardi (29% del totale vita), ha registrato un aumento del 6,2% rispetto al 2019, in forte ripresa in confronto al primo semestre quando la variazione annua era pressoché nulla. Ha contribuito alla crescita di questo ramo vita il forte recupero dell’indice borsistico italiano che, rispetto ai minimi di marzo, ha preso avvio in modo più o meno costante a partire dalla seconda metà dell’anno; alla fine del 2020 l’indice aveva pressoché azzerato i diversi periodi negativi sperimentati nei primi mesi della pandemia e che erano legati ai timori di come questa evolvesse e alle diverse misure che venivano intraprese dai governi per contrastarne la diffusione (lockdown, misure adottate dalla Bce per superare la crisi economica e finanziaria, il riacuirsi della seconda e terza ondata di contagi e nuovi lockdown, l’approvazione dei primi vaccini). In aumento anche i premi del ramo VI – fondi pensione che, sfiorando i 4 miliardi, registrano una variazione di quasi il +40% rispetto al 2019.

Nel 2020 hanno registrato una lieve crescita i prodotti multiramo, combinazione di una componente assicurativa tradizionale a rendimento minimo garantito (ramo I) e da più opzioni di investimento di tipo unit-linked (ramo III). Risulta infatti che i premi raccolti per questi prodotti (pari a 37,4 miliardi, il 37% del totale dei premi) sono aumentati nel 2020 dell’1,1%. Oltre il 90% dei prodotti multiramo complessivi è costituito dai cosiddetti prodotti multiramo puri, esclusi quelli previdenziali e Pir, che hanno registrato nel 2020 un volume premi pari a 34,2 miliardi: prevale ancora la quota (64%) di premi afferenti al ramo I (21,7 miliardi, il 33% del totale premi di ramo I), mentre la restante quota del 36% è costituita da premi di ramo III (12,5 miliardi, il 42% del totale premi di ramo III).

Le rappresentanze di imprese europee che operano in Italia in regime di stabilimento hanno registrato nel 2020 una variazione negativa dei premi contabilizzati (-26,2% per 3 miliardi di volume), per effetto di un calo sia dei premi del ramo I – vita umana (-36,3% per un volume di poco più di un miliardo) sia dei premi delle polizze di ramo III – linked (-19,4% per un volume di circa 2 miliardi). Anche le imprese operanti in Lps (che hanno raccolto premi solo nel ramo III e relativi a solo polizze Linked) hanno registrato una diminuzione (-12,3%) per un volume di circa 9 miliardi.

Rami Danni

Il settore danni dopo tre anni di progressiva crescita (+1,2% nel 2017, +2,3% nel 2018 e +3,2% nel 2019) ha visto invertire il trend e la raccolta premi delle imprese nazionali ed extra-europee l’anno scorso è diminuita del 2,3% per un volume di 33,5 miliardi. Tale calo è stato il risultato soprattuto della contrazione accentuata nel settore auto (-4,4%), mentre c’è stata una sostanziale stabilità negli altri rami danni, i cui premi sono diminuiti dello 0,3%.

Più specificatamente, nel comparto auto si è registrata una contrazione dei premi per la Rc auto del 5,7%, una delle più elevate di tutti i rami danni, con un volume di 12,5 miliardi e una crescita dell’1% nel ramo corpi veicoli terrestri (per un ammontare di 3,1 miliardi). Il motivo? Durante i mesi di lockdown sono diminuite di oltre i due terzi le nuove immatricolazioni (-68%, nel dettaglio -70% a marzo, -91% ad aprile e -46% a maggio) e si sono fortemente ridotti i passaggi di proprietà (-60%, nel dettaglio -57% a marzo, -91% ad aprile e -32% a maggio). In oltre, il governo ha disposto per tutte le polizze Rc auto in scadenza dal 21 febbraio al 31 luglio 2020, che il termine di cosiddetta «ultrattività della polizza» o periodo di comporto, ovverosia il termine entro cui l’assicuratore è obbligato a mantenere valida la polizza dopo la sua scadenza, è stato prorogato dagli originari 15 giorni di ulteriori 15 giorni. Diverse imprese, per venire incontro alle richieste dei propri assicurati e su base volontaria, hanno anche previsto un’estensione ulteriore del periodo di comporto aggiungendo altri 30 giorni. Ciò ha implicato uno shift temporale nei rinnovi che ha impattato inevitabilmente sulla raccolta premi soprattutto nei mesi iniziali del provvedimento (marzo e aprile) che, infatti, si è ridotta a livello record rispettivamente del 12% e di quasi il 20%. Non solo: sempre nell’ottica di favorire gli assicurati, la legge 24 aprile 2020, n. 27 ha dato la facoltà all’assicurato di richiedere la sospensione delle polizze Rc auto in corso con effetto dalla data del suo ricevimento da parte della compagnia per il periodo indicato dall’assicurato sino al 31 luglio 2020. Infine, in virtù del calo della circolazione stradale e quindi degli incidenti, le compagnie hanno iniziato con molteplici iniziative a rivedere il prezzo della copertura ai propri clienti e questi effetti, come dimostrano i recenti dati dell’indice dei prezzi dell’Istat, stanno continuando a concretizzarsi anche nel 2021.

In sintesi, sulla base della rilevazione trimestrale dei premi medi effettuata dall’Ivass per le autovetture a uso privato, si può stimare che, per il totale dei veicoli, la riduzione del premio medio della copertura Rc auto nel 2020 sia nell’ordine del 5-6%. Si tratta, per questo ramo, dell’ottava variazione negativa consecutiva del premio medio praticato: dal 2012 al 2020 i premi medi sono diminuiti di quasi il 32% e, come detto, anche nel 2021 i primi dati dell’Istat evidenziano ulteriori riduzioni nel prezzo della copertura.

Il ramo corpi veicoli terrestri (ossia le garanzie incendio e furto, kasko dei veicoli), invece, con oltre 3 miliardi di raccolta premi a fine 2020, è cresciuto dell’1% rispetto all’anno precedente. Anche questo ramo, che alla fine del 2019 cresceva del 5%, è stato però fortemente condizionato dai mesi di lockdown durante i quali ha registrato una diminuzione del 15% (in particolare nel solo mese di aprile la diminuzione ha superato il 25%). Nella seconda metà dell’anno invece, con la ripresa della circolazione stradale, le polizze hanno parzialmente recuperato il gap registrando una crescita nel secondo semestre di circa il 6%; si evidenzia in particolare l’aumento di oltre il 13% nel mese di agosto quando vi è stata un’intensificazione dell’uso dei mezzi privati in concomitanza delle ferie estive.

I danni non auto

Il dilagare della pandemia e i diversi periodi più o meno rigidi di lockdown che ne sono scaturiti hanno pesantemente condizionato anche la raccolta premi di tutti gli altri rami danni (diversi dal settore auto). Prima che si avviasse questo severo periodo di shock, i restanti rami danni avevano visto un periodo di crescita che, dal 2014, non si era mai interrotto fino al primo bimestre del 2020. Invece, nel solo periodo marzo-maggio del 2020 i premi di questo comparto sono diminuiti del 6,1%. In particolare, tra i rami più rappresentativi in termini di volumi contabilizzati, il calo più marcato in quei tre mesi si è registrato nel ramo malattia (-8,4%), nel ramo infortuni (-8,0%) e nella Rc generale (-7,9%); sono rimasti sostanzialmente stabili i rami incendio e altri danni ai beni. Nella seconda metà dell’anno pur non registrandosi più valori così fortemente negativi, i rami diversi dal comparto auto nel loro complesso hanno registrato una sostanziale stabilità rispetto al 2019. In particolare, i premi dei rami infortuni e malattia si sono contratti rispettivamente dell’1% e del 3,2% mentre i premi dei rami altri danni ai beni, incendio e Rc generale si sono incrementati rispettivamente dello 0,8%, 2,1% e 4,2%; in forte crescita nel secondo semestre anche i rami tutela legale (+5,4%), credito (+5,9%) e cauzione (+7,5%).

Nel complesso, il comparto degli altri rami danni non auto è riuscito gradualmente a recuperare i forti cali dei mesi di lockdown raggiungendo a fine anno lo stesso volume premi del 2019. I rami che nonostante le eccezionali difficoltà del periodo dovute alla pandemia, hanno registrato una variazione positiva sono stati i seguenti: altri danni ai beni (+1,8%), assistenza e incendio (+2,0%), Rc generale (+2,3%), cauzione (+2,4%), tutela legale (+6,4%), credito (+6,7%), corpi veicoli marittimi (+8,8%), Rc aeromobili (+10,5%) e corpi veicoli aerei (+13,1%). Hanno mostrato, invece, tassi di variazione negativi i rami: infortuni (-2,2%), malattia (-2,3%), corpi veicoli ferroviari (-2,9%), merci trasportate (-5,7%) e perdite pecuniarie (-23,9%).

Nel 2020, l’incidenza della raccolta danni sul Pil è stata pari al 2%, in linea con l’anno precedente.

Le rappresentanze di imprese con sede legale nei paesi europei hanno contabilizzato premi per 4,5 miliardi, in diminuzione del 2,9% rispetto a quanto rilevato nel 2019. Il settore auto è risultato in aumento del 4,4%. Sono cresciuti i premi della Rc auto (+9,2%) e sono risultati in diminuzione i premi del ramo corpi veicoli terrestri (-7,2%), in netta controtendenza con quanto avvenuto per le imprese italiane. Il comparto degli altri rami danni ha registrato invece una variazione negativa (-4,6%). In particolare, il ramo Rc generale, la cui raccolta da parte di queste imprese rappresenta quasi un terzo del totale, ha registrato nel 2020 una variazione negativa del 4,5%; risultano invece in crescita i premi dei rami tutela legale (+9,3%), e incendio (+15,0%).


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