Rate mutui, come fronteggiare il rialzo dei tassi?

L’aumento dei tassi voluto dalla Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe comportare, di qui ai prossimi mesi, un aumento delle rate dei mutui, soprattutto per quelle persone che hanno scelto il tasso variabile. In quest’ultimo caso si potrebbe fronteggiare il rischio considerando formule quali il mutuo variabile con cap, il mutuo a tasso misto e il mutuo a rata costante. Scopriamo da vicino la natura di questi prodotti.

Quello del 2 novembre scorso è il terzo rialzo consecutivo dopo quello dei mesi di settembre e luglio. La BCE ha optato nuovamente per un incremento dei tassi di 75 punti base, toccando il tetto del 2%. Il motivo è il contrasto all’inflazione, che nell’area Euro ha raggiunto il 9,9% (in Italia l’8,9%). La crescita dei prezzi è data dal combinato tra l’aumento dei costi dell’energia per via della guerra in Ucraina e la paralisi della supply chain in seguito alla pandemia. Se da un lato si cerca di contenere il livello generale dei prezzi, dall’altro potrebbe esserci un impatto deleterio nei confronti di tutti quei consumatori che hanno sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile.

Questo scenario è già stato in parte anticipato dalla previsione dell’Euribor a 3 mesi, che viene utilizzato per la determinazione del tasso di interesse di offerta dei mutui a tasso variabile. L’indice ha già superato l’1,15%, dato in aumento di 200 punti base rispetto ad aprile e si prevede una crescita fino al 3% per la metà del 2023. Per quanto riguarda il tasso fisso, invece, analizzato dall’Eurirs, da inizio anno è già salito di oltre 250 punti base, anche se sarà probabilmente influenzato in misura minore dalle decisioni della BCE.

L’impatto del rialzo dei tassi sui mutui.

Secondo l’osservatorio MutuiOnline.it, se si prende in esame il caso di un impiegato di 39 anni che richiede un mutuo di 140mila euro per un immobile del valore di 200mila, la migliore offerta a tasso fisso aveva un tasso del 3,36% e prevedeva il pagamento di 802 euro mensili. Con l’aumento a 75 pb la rata sarebbe ora di 857 (+7%), per un costo dell’immobile maggiore di 13mila euro. Il tasso variabile, invece, crescerebbe in modo più che proporzionale: data la migliore offerta attuale di 641 euro al mese con tasso 0,95%, dopo il rialzo diventerebbero 689 euro con tasso a 1,70%, a fronte di un investimento per l’acquisto dell’immobile di 11mila euro in più.

Quali strumenti per correre ai ripari?

Per far fronte ai rincari, chi ha già sottoscritto un mutuo a tasso variabile potrebbe scegliere la rinegoziazione con il proprio istituto, valutando altri prodotti in rapida diffusione, come il variabile con cap o a rata costante.

Sempre lo studio di Mutuionline.it evidenzia che la richiesta di surroghe è in crescita, e rappresenta una valida alternativa per tutelarsi dagli aumenti, surrogando, appunto, verso un tasso fisso o un tasso variabile con cap.

Un’altra conseguenza del rialzo dei tassi è il crollo di richieste di mutui a tasso fisso, ora soltanto poco più del 50% del totale. Le restanti richieste sono divise tra il tasso variabile e altre tipologie, più complesse ma utili: il mutuo variabile con cap, il mutuo a tasso misto e il mutuo a rata costante.

Il mutuo con tasso variabile con cap ha un tasso variabile con un tetto massimo d’interesse detto cap. è un prodotto interessante, nel momento che lo spread tra tasso fisso e variabile è alto e la forbice sembra destinata ad allargarsi.

Il tasso misto, invece, permette di passare dal fisso al variabile più volte nel corso del contratto, con tempistiche definite. Il tasso di partenza è indifferente e nella maggior parte dei casi l’opzione di modifica del tasso viene acquistata in fase di sottoscrizione del contratto a una maggiorazione di spread.

C’è, poi, il tasso variabile a rata costante, che come suggerisce il nome va bene per coloro che vogliono pagare sempre lo stesso importo mensile e ha flessibilità sulla durata del contratto. È un tipo di mutuo che segue l’andamento dei tassi: se questi salgono la durata del mutuo si allunga, viceversa se scendono diminuisce. La contropartita del programmare le spese grazie alla rata costante è, si capisce, l’esposizione al rischio di un incremento del costo totale del mutuo in casi di rialzo dei tassi.  

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