Educazione finanziaria: a che punto siamo in Italia?

Lo abbiamo chiesto al General manager di AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari) impegnata nella quarta edizione del Mese dell'Educazione Finanziaria.
Educazione finanziaria

Lo abbiamo chiesto al General manager di AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari) impegnata nella quarta edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria.

Andrà avanti fino al 31 ottobre 2021, il “Mese dell’Educazione Finanziaria”, l’evento promosso ogni anno dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria.

​Mese dell’Educazione Finanziaria: in corso la quarta edizione

Siamo giunti alla quarta edizione di questo importante appuntamento cui è dedicato l’intero mese di ottobre.

“Prenditi cura del tuo futuro!” è stato il tema per il 2021, “per evidenziare il forte legame tra quello che seminiamo oggi e quello che raccoglieremo domani”, come si legge sul sito del MEF.

Tante le iniziative e altrettanto numerosi i soggetti coinvolti con i loro progetti, quali associazioni, istituzioni, imprese, università, scuole, fondazioni, pubbliche amministrazioni, fondi pensioni, associazioni di consumatori, casse previdenziali e realtà del mondo assicurativo.

​AIEF: Forward You sostiene l’associazione e le sue attività

A questo importante appuntamento di ottobre non poteva certo mancare AIEF, l’Associazione italiana educatori finanziari, che ha organizzato numerosi eventi anche per il 2021, come accaduto nelle edizioni degli anni passati.

Tra le realtà che sostengono AIEF troviamo anche Forward You (FWU), compagnia assicurativa nata a Monaco di Baviera nel 1983 e ora presente anche in Italia, dove conta oltre 100.000 clienti.

Forward You sostiene AIEF e le sue iniziative, fermamente convinta dell’importanza dell’educazione finanziaria e in particolare di quella dei più giovani.

Il supporto offerto da Forward You, così come dal mondo assicurativo e finanziario in generale, è indubbiamente qualcosa di molto positivo, come testimoniano le parole di Antonio Perrotti, Head of Branch Italy di FWU Life Insurance Lux S.A.:

“FWU crede fortemente nel valore dell’educazione finanziaria. Grazie ad essa le persone imparano a tutelare il proprio futuro, sia dal punto di vista di copertura dei rischi, sia per quanto concerne la corretta gestione della propria posizione finanziaria e previdenziale. Per FWU questi aspetti sono fondamentali perché accrescono la capacità di valutazione e scelta degli strumenti giusti, anche e soprattutto nell’ottica della sostenibilità sociale e ambientale. Una presa di responsabilità importante anche nei confronti sella società, perché scelte e preferenze personali in ambito finanziario e assicurativo possono accelerare i processi di cambiamento che tutte le compagnie si sono impegnate a perseguire.”

Solo acquisendo un’adeguata conoscenza in ambito finanziario, assicurativo e previdenziale, si raggiunge un certo grado di consapevolezza relativamente alle scelte più giuste per il proprio futuro.

In quest’ottica diventa cruciale l’educazione finanziaria: di questo e altri temi abbiamo parlato in una piacevole e interessante chiacchierata con Erasmo Gatti, General Manager Aief.

​Dottor Gatti, anche quest’anno Aief partecipa al Mese dell’Educazione Finanziaria. Un tema quest’ultimo che riveste sempre più rilievo e non solo nel panorama nazionale. Come spiegare questa grande attenzione?

Il tema dell’educazione finanziaria rappresenta sicuramente uno degli argomenti di maggiore interesse e oggetto di un intenso dibattito, sia nel nostro Paese sia a livello internazionale.

Questo è dimostrato dall’ampissima letteratura disponibile e dal coinvolgimento di studiosi delle più diverse discipline.

Uno dei fattori che ha portato all’emergere di questa tematica è certamente quello delle crisi finanziarie che hanno creato un clima generalizzato di sfiducia da parte dei consumatori e dell’opinione pubblica, sia nei confronti del mondo della finanza sia delle sue istituzioni.

Questa sfiducia è ulteriormente alimentata dalla consapevolezza della scarsissima familiarità che la maggior parte della popolazione possiede di tecnicismi, concetti e terminologie, sicuramente lontani dalla vita quotidiana.

In buona sostanza, mancano nella gran parte della popolazione (anche di Paesi economicamente evoluti) le più basilari nozioni di carattere economico e finanziario e, di conseguenza la consapevolezza delle decisioni in tali ambiti: in due parole quella che viene spesso citata come “la finanza comportamentale”.

​L’educazione finanziaria mira, dunque, a colmare queste lacune? Come funziona e in che modo aiuta a rendere meno lontano il mondo dell’economia e della finanza?

L’educazione finanziaria è lo strumento attraverso il quale gli individui migliorano le loro abilità di conoscenza dei prodotti finanziari, dei prodotti di risparmio e, aggiungo, dei prodotti previdenziali e di protezione della persona, dei beni e del patrimonio in genere.

Una buona educazione finanziaria porta a sviluppare conoscenze rivolte a comprendere i rischi e le opportunità finanziarie, ad attuare scelte razionali in tale ambito, a comprendere quali sono i canali adeguati per essere aiutati ad effettuare specifiche scelte adeguate ai propri bisogni nei vari momenti della vita.

​La ringrazio Dottor Gatti per questa spiegazione chiara ed esauriente che mi porta a formularle un’altra domanda. Qual è il livello di educazione finanziaria in Italia? Come siamo messi rispetto al resto del mondo?

L’importanza dell’educazione finanziaria ha spinto l’OCSE (Organizzazione mondiale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ad effettuare uno studio per comprendere quale sia il livello di “cultura finanziaria” della popolazione nei Paesi del G20.

Lo studio OCSE realizzato nel 2017 rileva che l’Italia è tra gli ultimi posti per livello di educazione finanziaria, il che comporta tra l’altro un’allocazione non ottimale del risparmio degli individui e delle famiglie con una bassa consapevolezza dei rischi.

Sempre in tema di indagini e statistiche, l’indicatore del livello medio di cultura finanziaria elaborato a partire dal 2007 dal consorzio Patti Chiari, specifica che lo stesso indicatore, in Italia assume un valore di 4,3 su una scala da 0 a 10, dove 0 rappresenta l’assenza assoluta di educazione finanziaria.

L’Italia si posiziona così al 63° posto mondiale, al di sotto del Togo e dello Zambia e non stupisce che nell’ambito di una ricerca condotta da Standard & Poor’s, alla domanda “E’ probabile che un investimento con rendimento elevato sia anche molto rischioso?” solo il 73% degli italiani intervistati abbia risposto correttamente.

​Proprio con riferimento a quella che lei ha appena definito “povertà educativa”, quali iniziative porta avanti l’AIEF?

Tante sono le attività promosse e tra le altre mi preme citare in primis un percorso formativo per gli Istituti Scolastici Superiori che, partendo dalle basi dell’alfabetizzazione finanziaria, economica, previdenziale, assicurativa, sfocia, alla fine del triennio, in un vero e proprio percorso e titolo professionalizzante.

Segnalo anche una partnership con alcune Università Italiane (attualmente 12 atenei) per offrire, anche in questo caso, una maggiore cultura del rischio e del suo trattamento.

Infine, AIEF partecipa a tutte le edizioni del Mese dell’Educazione Finanziaria.

​Prima di salutarci vorrei toccare con lei un ultimo tema. Ha parlato prima dell’Educatore finanziario. Può spiegarci brevemente di cosa si tratta?

L’Educatore finanziario è una nuova figura che, validata dall’iscrizione di AIEF nell’elenco delle Associazioni Professionali tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico (Legge 4/2013), lavora per migliorare le conoscenze economiche e finanziarie dei cittadini, aiutandoli a riconoscere e a utilizzare al meglio i prodotti più diffusi e fare scelte consapevoli.

L’Educatore finanziario svolge la propria attività nelle istituzioni scolastiche o bancarie, ovvero in qualsiasi contesto in cui sia richiesta la progettazione e l’attuazione di un percorso formativo di alfabetizzazione e/o approfondimento dei temi relativi al mondo economico e finanziario.

Infine, può acquisire le competenze necessarie per arricchire e perfezionare il proprio bagaglio culturale degli iscritti al Registro Unico degli Intermediari (Sez. “E”-“C”).

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