Amissima Holdings, posseduta indirettamente da fondi di investimento gestiti da società affiliate di Apollo Global Management, Inc. (NYSE: APO), ha firmato un accordo di compravendita per il proprio comparto danni con il gruppo tedesco Talanx.
Attraverso l’acquisizione di Amissima Assicurazioni, il Gruppo Talanx rafforzerà la propria presenza in Italia, dove è già presente con HDI Assicurazioni, passando dal 17° all’11° posto per raccolta premi danni.
“Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto”, commenta Andrea Moneta, Senior Advisor di Apollo per l’Italia e Presidente del Gruppo Assicurativo Amissima. “L’attenzione per Amissima Assicurazioni da parte del Gruppo Talanx, leader nel mercato assicurativo Europeo, testimonia l’importante lavoro di ristrutturazione e rilancio della compagnia svolto dal management e da tutti i colleghi sotto la gestione di Apollo. Siamo certi che l’apporto di Amissima Assicurazioni consentirà alla nuova proprietà di raggiungere ulteriori importanti traguardi nel mercato italiano”.
La cessione dovrebbe perfezionarsi nel primo trimestre del 2021 ed è soggetta all’approvazione da parte delle competenti autorità.
Amissima Vita non fa parte della transazione e rinnova l’impegno a fornire la massima e costante qualità di servizio ai propri distributori e assicurati.
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AXA Forum 2019: clima, salute e inclusione sono le priorità per gli italiani
1 anno agoAl centro dell’#AXAForum 2019, secondo la nuova ricerca AXA Episteme, il cambiamento climatico è il rischio emergente più sentito dagli italiani, in costante crescita
Il cambiamento climatico irrompe al primo posto in cima alla lista dei temi prioritari per gli italiani. È “il” problema e tre italiani su quattro pensano che abbia un impatto diretto sulla propria salute, consapevoli che si tratta di una sfida collettiva che ha impatti sulla loro vita, a livello personale.
Sono alcune delle principali evidenze emerse dalla nuova ricerca di AXA Italia condotta da Episteme, dal titolo “Dal global warming alle nuove sfide per la salute”, presentata durante l’#AXAForum 2019 a Milano.
Il 63.4% degli italiani indica il cambiamento climatico come principale rischio emergente con maggiore impatto sulla società nei prossimi tre anni, con una crescita di 16.7 punti percentuali rispetto al 2018. Al secondo posto l’instabilità finanziaria, per l’38.9%, seguita dalla gestione delle risorse naturali (36.1%) e dalle malattie croniche (33,5%).
Si tratta di un tema vissuto come fenomeno sistemico ma anche vicino alla vita quotidiana, con impatti avvertiti in maniera nitida sulla salute. Per il 72.4% degli intervistati, infatti, gli effetti del surriscaldamento hanno effetti sulla salute e si traducono in aumento delle malattie oncologiche (44,9%), aumento delle malattie respiratorie (24,8%), insonnia, allergia e altre patologie.
Alla ricerca di soluzioni, gli italiani sono disposti a mettersi in gioco in prima persona, cambiando in primo luogo i propri comportamenti: cresce la disponibilità verso nuovi modelli e stili di consumo per contribuire a salvaguardare la natura e l’ambiente, ma chiedono anche di misure globali collettive pubblico, private, assegnando un ruolo chiave e stratificato alle assicurazioni, nel contribuire, grazie alla loro expertise, con nuove forme di prevenzione e protezione.
Le soluzioni sono tante, coincidono con crescita sostenibile e si traducono in tecnologia.
Dalle assicurazioni ci si aspetta una maggiore spinta alla sostenibilità (8.1%), lo sviluppo di prodotti di protezione legati agli effetti del cambiamento climatico (10.3%). Ma anche investimenti e sostegno ad aziende e startup sostenibili (15.9%) e un ruolo attivo di lifestyle coaching: come promotori di programmi di sostenibilità ambientale (19.4%)
Non solo. Le assicurazioni sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale per affrontare le sfide del presente: permettono infatti a una popolazione sempre più ampia di accedere a servizi integrati altrimenti esclusivi. Sono viste dunque in grado di contribuire a quell’inclusione sociale che è la sola in grado di assicurare nel lungo periodo stabilità e sviluppo sostenibile.
Alla luce di questi risultati, emerge il ruolo chiave di un modello integrato pubblico-privato per soddisfare nuovi bisogni emergenti della popolazione: in ambito Salute, ad esempio, il 75.2% è convinto che sia necessario avere una copertura che integri il Sistema Sanitario Nazionale.
Tra le molteplici soluzioni proposte quelle che interessano di più ai cittadini permettono una crescita sostenibile grazie a soluzioni tecnologiche innovative, verso cui mostrano una sempre maggiore fiducia. Dispositivi tecnologici in grado di contattare personale specializzato per intervenire in caso di bisogno, sia per quanto riguarda la manutenzione della casa (68.5%) che per quanto riguarda la salute personale (68%).
C’è inoltre grande interesse per le polizze parametriche legate al cambiamento climatico e per prodotti salute: il 30.7% si dichiara disposto a sottoscrivere una polizza che permetta di accedere direttamente ai servizi di prevenzione invece che avere rimborsi sulle spese mediche; il 29.4% dichiara la massima propensione all’acquisto di polizze per danni provocati da agenti atmosferici al raggiungimento di limiti predefiniti e il 27.2% è interessato a soluzioni di scontistica a fronte dell’adozione di uno stile di vita sano, dell’effettuazione di test diagnostici e dell’installazione di dispositivi di sicurezza ad esempio in automobile.
“Dalla ricerca presentata all’AXA Forum 2019 emergono le tre grandi sfide della nostra epoca: l’ambiente, la salute e l’inclusione socio-economica e l’evidenza che queste sono connesse – ha dichiarato Patrick Cohen, Amministratore Delegato del Gruppo assicurativo AXA Italia. “Come ci chiedono gli italiani, anche noi di AXA siamo convinti che l’assicurazione ha un ruolo chiave nel promuovere una maggiore resilienza ed inclusione, all’interno di un ecosistema che favorisce la collaborazione tra Pubblico e Privato. La società deve riconoscere di essere in debito verso sé stessa e ancora di più verso i suoi figli e la collettività può e deve fare la differenza. Per garantire un futuro inclusivo, sostenibile e resiliente”.
[1] Indagine realizzata sulla base di circa 4435 interviste CAWI (computer-assisted web interviewing) a un campione di 2016 individui dai 18 ai 74 anni, effettuate a settembre 2019.
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Insolvenze d’impresa in Europa: le modifiche alle procedure legali posticipano temporaneamente i termini di scadenza
8 mesi agoLe conseguenze economiche della pandemia da Covid-19 sono di un’ampiezza senza precedenti in Europa. Il duplice shock di offerta e domanda ha portato all’interruzione – almeno parziale – della produzione di numerose imprese dovuta all’impossibilità per una parte di dipendenti di recarsi sul posto di lavoro e a causa di un crollo dei consumi a seguito del confinamento. Il calo dei fatturati ha colpito la liquidità delle imprese e favorito l’aumento dei ritardi di pagamento e delle insolvenze.
In questo contesto, il numero di insolvenze d’impresa in Francia durante il confinamento sembra essere precipitato: ad aprile è crollato del 72% su base. Secondo Coface, il crollo del numero di insolvenze, imputabile ai cambiamenti regolamentari, è temporaneo e dovrebbe essere seguito da una forte ripresa a più fasi.Numerosi Paesi europei hanno temporaneamente modificato il quadro giuridico delle procedure di insolvenza per far fronte alla crisi
Nella maggior parte dei Paesi europei, il titolare d’impresa è tenuto a dichiarare un mancato pagamento entro i termini stabiliti, evitando di essere ritenuto responsabile; in seguito l’autorità competente avvia una procedura di insolvenza. Al fine di preservare il tessuto economico, e, allo stesso tempo, la capacità di ripresa delle economie una volta che la pandemia sarà sotto controllo, la maggior parte dei governi europei ha condotto due azioni importanti: l’implementazione delle misure a sostegno della liquidità delle imprese – come le proroghe (o cancellazioni) dei contributi previdenziali e fiscali, o garanzie statali su prestiti concessi da banche – e la modifica temporanea del quadro giuridico che regola le procedure di insolvenza.
Il governo tedesco ha proposto la sospensione fino al 30 settembre dell’obbligo per i titolari d’impresa di aprire una procedura di fallimento nelle tre settimane successive alla scoperta dell’insolvenza o sovra-indebitamento. Tale misura potrà essere estesa fino al 31 marzo 2021 con un decreto del Ministero della Giustizia. La Spagna ha sospeso questo obbligo fino al 31 dicembre (inizialmente posticipato di due mesi dopo la cessazione dei pagamenti). In Italia, solo la Procura è autorizzata ad aprire una procedura di insolvenza, fino al 30 giugno.In Francia, fino al 24 agosto, il titolare d’impresa non è più tenuto ad avviare una procedura di insolvenza nei 45 giorni seguenti il verificarsi del mancato pagamento, in caso contrario sarà ritenuto responsabile per dichiarazione tardiva del fallimento. Fino a questa data, l’esistenza o l’assenza della sospensione dei pagamenti sarà valutata sulla base della situazione dell’impresa al 12 marzo. Nel Regno Unito, in occasione dell’entrata in vigore del progetto di legge sulle insolvenze, presentato il 20 maggio scorso, nessuna procedura di fallimento potrà essere avviata dai creditori. Se le misure di questo disegno di legge entrassero in vigore a giugno, scadrebbero a luglio.
In Europa, i Paesi Bassi, fanno eccezione: il governo non ha messo in atto nessuna misura di urgenza per le insolvenze dall’inizio della pandemia.
Data l’ampiezza dello shock economico e della natura temporanea di queste misure, queste non impediranno un forte aumento delle insolvenze una volta arrivate a scadenza.Verso un aumento differenziato e ritardato delle insolvenze in Europa malgrado questi cambiamenti normativi
Secondo il modello di previsione Coface, il numero di insolvenze dovrebbe subire un forte incremento ovunque in Europa nel secondo semestre 2020 e nel 2021. Il Paese meno penalizzato è la Germania, che registra comunque un aumento dei fallimenti del 12% tra fine 2019 e fine 2021. Francia (+21%) e Spagna (+22%) saranno i più colpiti dalla crisi. Tuttavia, l’aumento più forte del numero di insolvenze dovrebbe avere luogo nei Paesi Bassi (+36%), nel Regno Unito (+37%) e in Italia (+37%).
Sebbene l’aumento delle insolvenze sia globalmente in linea con le previsioni di crescita dell’attività, si evidenziano alcune divergenze. I Paesi Bassi e la Germania dovrebbero essere i Paesi meno colpiti, con un PIL nel 2021 inferiore al 2% in meno rispetto al 2019. Francia e Spagna registreranno PIL inferiori al 3% e al 4%. Mentre i PIL del Regno Unito e dell’Italia saranno probabilmente inferiori rispettivamente del 5% e del 6% rispetto allo scorso anno.
In alcuni casi, queste discrepanze si spiegano con la mancanza di ricorso a modifiche temporanee delle procedure di insolvenza (come nei Paesi Bassi). Il livello delle insolvenze in periodi di contrazione dell’attività è legata anche al costo della procedura (più basso nel Regno Unito e nei Paesi Bassi).
“Le prospettive di aumento delle insolvenze di impresa in Europa nei prossimi mesi sono solo le ultime evidenze, in ordine cronologico, del generale dissesto macro-economico che stiamo vivendo in questo 2020”, sottolinea Ernesto De Martinis, CEO di Coface in Italia e Head of Strategy Regione Mediterraneo & Africa. “In questo quadro – dove i cambiamenti legislativi apportati dai vari Stati europei alle procedure di insolvenza non sembrano aver prodotto un impatto significativo – sarà interessante notare anche il comportamento delle economie nazionali nel fronteggiare la ripresa, e le diverse reazioni che si scateneranno per recuperare terreno, nonostante le previsioni di inevitabile flessione diffusa”, aggiunge De Martinis.Post Views: 39 -
AXA Italia dà ulteriore impulso alla squadra di direzione, con due nuovi ingressi nell’Executive Committee
6 mesi agoAnna Maria Ricco assume il ruolo di Chief Transformation Officer, Chiara Soldano sale al ruolo di Health Director
Il Gruppo AXA Italia, dal 1° settembre, ha nominato Chief Transformation Officer della Capogruppo AXA Assicurazioni S.p.A. Anna Maria Ricco, 51 anni, una laurea in Informatica presso l’Università degli Studi di Milano e oltre 20 anni di esperienza maturata inizialmente come strategic consultant in importanti società di consulenza, tra cui Andersen Consulting e McKinsey&Company e, negli ultimi quindici anni, come manager di alto livello presso importanti istituti finanziari, tra cui Unicredit e BPM.
Anna Maria Ricco avrà il compito di guidare e accelerare, in tutte le imprese del Gruppo, il percorso strategico di trasformazione, modernizzazione e semplificazione, su cui AXA Italia da tre anni sta continuando ad investire in modo molto significativo, con l’ambizione di continuare ad essere pioniera sul mercato assicurativo.
Chiara Soldano, 43 anni, già in AXA Assicurazioni dal 2016 come Head of Underwriting Broker e dal 2018 con ruoli di crescente responsabilità quali Head of Liability & International per tutte le linee (property, liability, engineering e surety) e stream leader del progetto di unificazione con AXA XL, assume la carica di Health Director.
Nel suo nuovo incarico, in AXA Assicurazioni ed in AXA MPS Danni, avrà la responsabilità di accelerare lo sviluppo del comparto Salute, ambito chiave per il Gruppo AXA e centrale per la società in questo momento storico, focalizzandosi in particolare su servizi innovativi di prevenzione e protezione e sui nuovi servizi legati alla diagnostica, contribuendo così alla trasformazione del Gruppo da payer a partner e dar modo di seguire i clienti dall’inizio alla fine del percorso sanitario.
Anna Maria Ricco e Chiara Soldano riportano al CEO del Gruppo AXA Italia, Patrick Cohen.
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