La digitalizzazione nell'industria assicurativa

IIA per promuovere l’innovazione e la digital transformation cresce nel numero di soci e di iniziative. A dimostrazione di un interesse sempre più crescente. Ma c’è ancora molto da fare.

Sono quasi due anni che Italian Insurtech Association – IIA, l’associazione che riunisce più di 200 player del mercato assicurativo con l’obiettivo di accelerarne la digitalizzazione, ha visto la luce, in piena pandemia, e dopo un 2020 passato a reclutare soci e sensibilizzare su quello – l’insurtech – che era un tema ancora poco conosciuto, il 2021 è stato un anno di consolidamento e numeri importanti.

L’anno dell’insurtech

«Il 2021 è l’anno dell’insurtech». Questo è stato il leitmoiv che Italian Insurtech Association ha ripetuto senza sosta e che i fatti hanno dimostrato. Un esempio sono state le polizze on demand: secondo una ricerca realizzata da IIA in collaborazione con Yolo Group lo scorso maggio, sono state circa 400mila le persone che hanno acquistato polizze digitali nei primi sei mesi dell’anno, cifra che arrivando a fine anno è raddoppiata, con una crescita del 114% rispetto al 2020. Le categorie di maggior interesse sono travel e sport (che rappresentano circa il 25% delle transazioni di polizze digitali), seguite da mobilità (23%), casa (11%) e salute (4%).

Anche i numeri dell’Associazione parlano chiaro: è cresciuta sensibilmente nel numero di soci (senior, ordinari e privati), nelle persone che impongono lo staff e nella quantità di iniziative (150 nel 2021 contro 50 nel 2020). Evidentemente accelerare sull’innovazione assicurativa in termini di sviluppo dell’offerta, della tecnologia e dell’evoluzione delle competenze digitali di tutta la filiera, per mantenere alto il livello di competitività dell’industry e per rispondere alla crescente domanda di prodotti digitali,
è qualcosa che riscuote sempre più interesse e seguito.

Sulla relazione tra domanda, offerta e consumatore digitali, l’Associazione si è interrogata da ogni punto di vista durante questo 2021, e se da un lato la richiesta di prodotti digitali da parte di quelli che sono i nuovi consumatori è cresciuta, cresce e crescerà, l’industria assicurativa non pare stare al passo.

Nella ricerca condotta con EY e SAS relativamente ai modelli di gestione dell’innovazione nelle compagnie assicurative, è emerso che il 61% del campione analizzato non prevede un unico responsabile dell’innovazione a livello centrale: solo il 39% ha nominato un chief innovation officer e l’83% prevede l’allocazione di un significativo budget dedicato all’innovazione, ritenuto insufficiente almeno per un terzo di questi. A questo, si aggiunga che se da un lato entro 10 anni l’82% dei consumatori di prodotti assicurativi sarà digitale, dall’altro, l’80% degli intermediari assicurativi – che rappresentano il 90% degli addetti di settore – non vende ancora servizi online. È quanto emerge dallo studio sugli intermediari assicurativi realizzato da IIA e EMF Group lo scorso maggio, dal quale appare evidente come il mercato debba accelerare la transizione tecnologica per evitare
che in Italia si perda l’opportunità di creare un mercato assicurativo innovativo che sappia rispondere a un nuovo tipo di domanda da parte di un consumatore sempre più digitale, che oggi rappresenta il 32% del target assicurativo: era al 10% nel 2010 e sarà all’82% del 2030. Dal momento che il 40% ha dichiarato che la sfida più grande da vincere resta quella delle barriere culturali, seguita dal tema della formazione, Italian Insurtech Association si è impegnata – e continuerà a farlo – nel promuovere il progresso dell’innovazione assicurativa anche attraverso la formazione
tecnica e la condivisione di best practice tecnologiche. L’obiettivo è quello di incentivare gli investimenti e creare valore per tutta la filiera, accelerandone le competenze tramite sinergie e favorendo la creazione di competenze digitali attraverso corsi di base gratuiti e realizzando un
progetto di rinascimento digitale che sia inclusivo e diffuso su tutta la industry.

Nel primo semestre del 2021 in Italia ci sono stati 0,4 milioni di euro di investimenti, molto al di sotto del livello globale europeo, che si assesta sugli 1,8 miliardi di euro. Per evitare di rimanere schiacciato, il comparto
assicurativo deve avviare una vera rivoluzione al suo interno. Una rivoluzione che IIA si auspica venga attuata attraverso una serie
d’azioni: formazione digitale massiva per allineare le competenze degli addetti nel settore assicurativo a quelle dei colleghi europei; aumento delle sperimentazioni tecnologiche e maggiore collaborazione tra compagnie e startup; aumenti degli investimenti e sviluppo di nuovi prodotti e
servizi per il consumatore digitale.

E a quanto pare, dati alla mano, in qualche modo Italian Insurtech Association ha spinto sul posizionamento insurtech dell’industria assicurativa. L’anno che si è chiuso, infatti, ha segnato un record per l’insurtech con 280 milioni di euro di investimenti in Italia, ovvero +460%
rispetto al 2020: questi i dati dell’Investment Index che IIA ha realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano. Anche i numeri del quarto trimestre, con 140 milioni di euro di investimenti, confermano la tendenza di crescita. A trainare il settore sono stati gli investimenti in startup, sviluppo di progetti insurtech da parte di compagnie, intermediari tech e digital player, progetti di collaborazione su
crossover digital, anche se il volume degli investimenti in Italia risulta ancora insufficiente rispetto ai vicini europei (la stima degli investimenti in insurtech da parte della Francia per il 2021 è di 1,3 miliardi di euro, mentre Gran Bretagna e Germania arriveranno a superare 1,5 miliardi di euro).

Previsioni 2022

Nonostante il gap ancora esistente, IIA si aspetta che il numero degli investimenti raddoppi nel 2022 e di superare il miliardo di investimenti nel 2023, il che realizzerebbe quello che è il primo punto del Manifesto emesso
nel 2021 dall’Associazione, che ritiene aumenteranno soprattutto gli investimenti esteri, con un grande traino dei player stranieri e non solo: se a fine anno la percentuale degli executive che vede l’insurtech come una priorità nel mondo assicurativo ha toccato l’83% (rispetto al 61% del 2020 e del 41% nel 2019), nel 2022, ci si muoverà in un doppio binario, ovvero potenziare l’offerta per gli ecosistemi esistenti e pensare un’offerta per ecosistemi nuovi.

Le tendenze che caratterizzeranno il 2022 riguardano cinque ambiti principali: mobilità, nuovi ecosistemi, embedded insurance, digital bancassurance e utilizzo dei dati.

In ambito mobilità ci sarà lo sviluppo di prodotti assicurativi legati al mondo degli spostamenti alternativi come la micro-mobilità urbana e la sharing economy. Si seguirà il cliente nella sua mobilità personale e quindi si procederà allo sviluppo di nuovi bisogni assicurativi legati a nuovi servizi. Relativamente alla mobilità, IIA e EY hanno presentato recentemente la ricerca “Move to the future: la mobilità del 2031” proprio per approfondire come la mobilità e l’industria assicurativa evolveranno nei prossimi dieci anni. Dalla ricerca, fra le altre cose, emerge che behavioural/data driven insurance (74%), pay per mile/pay as you drive (59%) e prodotti assicurativi dedicati alla mobilità multimodale (59%)
saranno le soluzioni più richieste dal mercato. Per quanto riguarda i nuovi ecosistemi, già nel 2022 si inizierà a parlare di nuove offerte ad oggi non presenti, relative a bisogni assicurativi del futuro. Da una stima di Italian Insurtech Association l’assicurazione del futuro varrà dieci milioni di euro di premi solo in Italia entro il 2030: tra visite e viaggi turistici nello spazio, identità digitali, eSport, realtà virtuale, criptovalute e nuovi modi di socializzare online come promesso da Facebook con il Metaverso, l’assicurazione classica non sarà più sufficiente. Per fare fronte a nuovi settori in espansione sarà necessario quindi innovarsi con nuovi prodotti creando nuove economie (un esempio tra tutti la space economy,
un mercato che a livello globale già oggi vale 400 miliardi di dollari).

A livello di embedded insurance, invece, lo sviluppo della vendita dell’assicurazione in pacchetto con altri prodotti o servizi avrà come effetto quello di un incremento di player non assicurativi che distribuiscono polizze assicurative e, se a giugno 2021 si contavano già 130 player (rispetto ai 60 di soli 12 mesi prima), questo numero è destinato a crescere anche nel 2022. Un altro numero che salirà inevitabilmente è legato al digital bancassurance, in quanto sarà sempre maggiore la presenza di prodotti assicurativi integrati nell’offerta online delle banche, che se da un lato hanno già digitalizzato la loro clientela, dall’altro non hanno ancora le polizze. In Italia, nel 2021, sono state circa dieci le banche che hanno offerto polizze assicurative digitali e ci si aspetta che a dicembre 2022 si tocchi
quota 50, anche se la distribuzione delle polizze assicurative nelle banche
non segue la semplice digitalizzazione dei prodotti tradizionali, ma richiede
la creazione di un’offerta nuova che possa essere distribuita via web e attraverso il mobile.

Infine, un ruolo chiave lo avranno i dati che, se già hanno svolto un compito
importante nel 2021, saranno fondamentali nel 2022 per tutto ciò che riguarda la personalizzazione dell’offerta. I dati dell’utente verranno utilizzati per la creazione di un prodotto sempre più in linea con le sue esigenze, e questo avverrà essenzialmente tramite modelli predittivi e business analytics. Se il 2019 e il 2020 sono stati gli anni della generazione dei dati, IIA ritiene che il 2022 sarà l’anno dell’utilizzo e dell’applicazione di questi dati, fornendo ad esempio la polizza sportiva quando l’utente va a fare sport, o la polizza salute in linea con le condizioni dell’utente; tutto questo utilizzando la tecnologia, la connessione, l’integrazione con l’IoT e l’elaborazione di tutti i dati di cui disponiamo.

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