Relazione IVASS: il settore assicurativo italiano durante la crisi

Nonostante l’emergenza sanitaria, stando a quanto emerge dalla Relazione IVASS annuale, il settore assicurativo italiano ha saputo fronteggiare al meglio la crisi, riuscendo altresì a rafforzare il proprio sistema.

Come tutti i settore economici, anche quello assicurativo ha risentito dell’anno di crisi causato dalla pandemia. Ad ogni modo, nonostante le criticità si è dimostrato resiliente, riuscendo a gestire le inevitabili turbolenze.

La conferma arriva dal Presidente dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni Signorini Luigi Federico durante la Relazione IVASS.

Cosa emerge dalla Relazione IVASS

Dopo una prima flessione del primo semestre del 2020, gli indici patrimoniali sono tendenzialmente tornati a crescere.

Per quanto riguarda il profitto assicurativo dei settori “vita e danni“, il RoE medio è rimasto quasi totalmente inalterato con un valore dell’11,6% (rispetto al 12,3 del 2019).

Inoltre, dopo l’aumento dello spread, a partire dal secondo semestre del 2020, la solvibilità media è tornata a crescere. In particolare, a dicembre 2020 l’indice medio aveva raggiunto il 243% (a fine 2019 era del 235%) e quindi oltre il minimo richiesto – 100%. Invece, quanto emerge dai dati più recenti è che già nei primi mesi del 2021, il miglioramento è continuato, attenuando ulteriormente la tensione.

“Una turbolenza di mercato grave e repentina come quella dei primi mesi del 2020 avrebbe potuto avere riflessi non secondari sulle compagnie di assicurazione a livello globale. La solvibilità delle imprese, che nei periodi di turbolenza abbiamo sottoposto a un monitoraggio discreto ma pressante, si è alla fine confermata e rafforzata”.

Presidente IVASS, Signorini Luigi Federico

Infine, in concomitanza con le decisioni effettuate in sede europea (ESRB) e con l’azione della Banca d’Italia, l’IVASS ha affermato di limitare la distribuzione di dividendi da parte delle compagnie:

“[IVASS] ha scelto di tenere un atteggiamento prudente e fermo, in linea con gli indirizzi europei che aveva contribuito a delineare […]. Emerge ancora una volta l’importanza di un’azione coordinata rispetto a quella prevista dall’attuale assetto istituzionale, nell’interesse dell’integrità del mercato unico e della tutela della sua stabilità complessiva”.

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